lunedì 27 marzo 2023

Ogni ferita è un gioiello [Angelus]




Ho aperto e chiuso strade
Deviazioni
Circonvallazioni
Sensazioni
Mi son fatto la morale dopo ogni singolo mio errore
Tagli
Lamette
Ho messo punti
Ho fatto buchi
Ho aperto varchi
E mi son trovato chiuso fuori da porte che ho accostato io
Per non perdermi mi sono segnato ogni sconfitta
Punto dopo punto
Ben visibile sulla strada di una vena
Ogni vena
È una metafora del reticolato della mia esistenza
Di ogni ostacolo su cui sono incespicato
Ago e filo ho rimesso assieme i pezzi
Ho cucito i punti
Disinfettato il disinfettabile
Ho imparato così a dare valore
Ad ogni respiro amaramente sospirato
Ad ogni orgasmo
Pugno al muro
Ad ogni scoppia che ho scoppiato
Solo nel mio letto a dare calci
Ogni cicatrice è un gioiello
Un tesoro questo altare di tagli e carne
Un tempio
Dal quale gridare che è tutto vero
Che sono intero
Che sono integro
Che con queste sole braccia io mi ci sollevo il mondo
E 5 chili di bambino
E grido GRAZIE
E inghiotto il sale di ogni lacrima che ho pianto
E che dentro ad ogni lacrima
Non poteva che gridarmi
Incessantemente
Il Mare che aveva dentro
La sua natura
La mia natura
Non puoi fermare la forza delle onde

Ogni marea ha solo una Luna
A cui dover rendere conto

domenica 12 dicembre 2021

Beffarde sirene

 



Una veemente ostinazione m’incatena alla sicurezza di una casa amica

Le sirene cantano e mugolano il piacere dei sensi

E l’illusione che possan esser soddisfatti


La brama mi vincola alla materia

Agli inferi

E glaciale sudore freddo mi violenta la pelle


Cantate, oh beffarde sirene

Cantate, se pur volete

La morte che mi avete promesso


Una decade e più delle vostre lusinghe

Ha generato e nutrito

L’insaziabile mostro che mi possiede le membra


Roso dall’ira

Egli inghiotte la sua stessa bile

Nelle luride mani non ha che polvere

E cenere

E rimpianto e miseria

E paura e penuria

Miserabile schiavo egli perisce di odio


Corrotto e decadente

Malconcio del suo morbo

Vede nel sole la beffa e il tradimento di un ennesimo giorno


Ma sogno e speranza lusingano ancora l’assopirsi del suo sonno

Poiché ove non è letame

Ivi Iddio vi ha messo il talento


E fetida bile

E amaro veleno

E ruggine e sangue a molestargli la bocca


E sale di lacrima

E sapore di bacio

Ancora vi è vita

Ancora vi è amore!


Il mostro va acquietandosi quando il grido gli è ascoltato

Il cuore va colmandosi quando un sorriso gli è donato

L’orizzonte va schiarendosi se si incede nel fissarlo


E il dolore prende il largo

Se sol si smette

Di trattenerlo


L'ultima

 - L’ultima -




Compulsivi sussulti ti trascinano 

Da una sorsata di veleno all'altra 

Abbevérati dalle mani della Morte

Anche oggi ha posato la sua falce

Ancora poco

Un sorso solo

Ti prego


Farò ogni cosa

Ruberò i minuti al tempo

Le notti al sonno


Baratterò la mia moralità 

Per qualche goccia d’oblio in più

Che taccia il mio bramare

S’acquietino le viscere

Zittitele

Vi prego!

Foss’anche per un misero momento

Uno solo


Il paradosso dello schiavo

Colui che brama la libertà

Ma non vuole rinunciare al suo padrone

Non può

Ed anche quando acqua è data all’assetato

Che taccia

Che non molesti più

Non è acqua che estingue quella sete

Poiché è vuoto che s’accresce

Ogniqualvolta lo si tenti di riempire


Condanna

Agonia

Ossessione che rosica le carni

E che divora il fegato

Reflusso gastrico

Trombosi

Suicidio e catatonia le sole porte d’uscita

Vie di fuga forse uniche

Al folle spreco di una vita

Che non c’è aiuto che possa soccorrere

E forse non ci può esser sobrietà

Che appaghi gli oggi

E ne zittisca i domani

E che porti brezze tiepide

A scaldar le gelate estremità


Ma che importa dei tramonti

Se non vi sono occhi che quieti

Li possano ammirare?

È utopia

Un domani in cui non ci si debba perdere

Nelle mille furbizie

E macchiavelliche macchinazioni

Per accontentarsi la fame?



Ancora una

Una solamente

L’ultima



Ogni volta è sempre l’ultima




martedì 19 maggio 2020

UOMO



-Uomo-
Ti ritrovi in due scarpe a camminar sulle strade del mondo
Così legato a delle fantomatiche "radici"
Che non t'accorgi di avere due gambe e due piedi

Dai dei nomi alle cose
Poni etichette su tutto ciò che ti si para davanti
Tu e il Mondo
L'io e l'Altro
Il Bello, il Brutto
Il Giusto e l'Ingiusto

Distogli lo sguardo da tutto ciò con cui non vuoi essere associato
Ma senti appartenerti
E te ne vanti
Il frutto che la genialità umana intera ha partorito

Ma quanto è utile avere un Hitler
Su cui proiettare tutte le degenerazioni
Che non ammettiamo di nascondere?
Quanto è comoda
Provvidenziale
L'illusione di maya per le nostre pigre coscienze?
Finché ci sarà l'Altro
Su cui scaricare la Colpa
Finché egli potrà per noi rappresentare
La pantomima di essere immorale
Brutto o inefficiente
Finché la Terra partorirà un prossimo
A cui rifilare la Responsabilità
Ci chiameremo "ciechi"
Ma saranno le nostre sole palpebre ad occultarci il vedere
Uomo
Solleva il velo
Tu sei la Fonte
Tu sei la Foce
Tu
Null'altro che Tu
-Bryan Finadri-
NoDogm(A)

sabato 18 aprile 2020

ANIME PERSE





ANIME PERSE

Grida taciute ad occhi bendati
Cuori sgualciti da anni ignorati
L'apatica inerzia si trascina a fatica
Sul sentiero sconnesso di questa sporca vita.

Ovunque si voltino vi è indifferenza
Ovunque si aggrappino vi è inconsistenza
Al loro passaggio vi è evanescenza
Inscalfibile il cuore alla latitante coscienza.

Potrann'urlare oppur disperare
Potranno imprecare oppur bestemmiare
Anima persa in sostanza
Tu non sei che trasparenza.

Desolata e desolante valle dove vi è l'oscuro
Irraggiungibile rifugio da cui è bandito il chiaro
Con la luce dei suoi giorni e i sorrisi di chi sorride
Questo è il luogo dei non luoghi, qui è per colui che ha nero il cuore.

Qui è per chi esiste ma non è
Per chi ha abbandonato ogni sorta di perché
Dove ogni giorno è una sorsata di morte
Questo è l'inferno di vite andate storte.

Ti trovi all'epilogo, ti chiedi a cos'è significato
Il tuo passato a cosa è servito
Che traccia hai lasciato, che vuoto colmato
Hai provato a resistere ma non ha funzionato.

E che sia una corda ad impedirti di cadere
O il muso d'un treno ad insegnarti a sentire
O un ago colmo d'odio come biglietto per partire
In fondo è la vita che si cerca nel morire

giovedì 24 maggio 2018

NICHIL



Davanti un foglio bianco
Dove l'abisso dei miei vuoti non dà pace
Perché ha da esser vomitato
Lì davanti
Che non sia più affar mio
Col petto gonfio a celar le più misere viltà
Per dare un senso
Per dare un nome
Che possa anche un solo rigo legittimare
Le pene del nulla e i singhiozzi del troppo
Perché di altro non son buono
Abbellire ciò che già è bello
Ed imprimere il mio dolore su queste pagine 
Sicché tu possa fingere
Per un momento
Che sia tuo
Quasi fossi ancora vivo 
Ma non lo sei
No 

Non lo sei

sabato 19 maggio 2018

ZEITGEIST (Alla ricerca del Senso perduto)




Lo spirito del tempo
Colui che vuoto imprime la sua immagine
Su imparziali cristalli liquidi

Colui che preme tasti a caso
Senza alcun senso logico o decenza
Purché il distratto mondo ascolti la sua voce

Colui che anonimo è terrorizzato
Dal vivere e perire
Nell’anonimato 

E che escogita metodi improbabili
Barattando la già poca dignità
Per qualche “like”

È il perdente servile
Zittito dalla gerarchia neoliberista 
Che frustrato sbraita ingiurie
Tamburellando la tastiera

Grida ogni millimetro della sua incolore nullità
Davanti uno schermo 
Come iena in mezzo al branco
Urla contro il diverso

Sputa in viso al debole e all’effemminato
La sua ignorante malignità
E su chi è tanto insolente
Da avere la pelle di un altro colore

Lo spirito del tempo
Tecnocratico ed esibizionista perverso
Che sacrifica il pianeta
Sull’altare di un’economia antieconomica 

E ride beffardo di grasse risate
Dell’ingenuità dei sognatori
Degli utopisti 

Lui che ancora si racconta
Per poter rasserenarsi
La favola della crescita infinita

Uomo moderno
Affacciato al futuro
Ciononostante frenato
Da pregiudizi vecchi di secoli

Perdi gli anni
Ciò che cerchi è la dissociazione
Della mente dal cuore
Del sentir dalla ragione

Oltre la noia
Riempi oggi il tuo vuoto!
Mettiti in cerca
Del tuo Senso perduto

sabato 5 settembre 2015

SFACELO





Per inerzia rantolante rinnovi la tua agonia
Ti nutri di morte, tu mostro scisso tra paranoia e follia
Ingurgiti amazzonia, oh tu ebbro di saudita bile
Forte dei tuoi crediti, forte del tuo fucile 

Il futuro per te è noia, semmai futile preoccupazione
Schiavo come sei di ogni tua totalitaria compulsione
Non sopporti distrazione, né ostacolo alcuno
Tu che del tuo parassitismo ne hai fatto motivo primo

Tu che senti e non ascolti lo strazio che t'attornia
E che seguiti incurante nella tua perenne sbornia
Stritoli la vita rendendo vuoto e desolazione
Par questione di principio una teleologica estinzione

Psicosi, schizofrenia! Dipendenza, malattia!
Cancerogena devianza che non teme terapia!
L'epilogo è vicino, morte o sopravvivenza
Non vi è posto nella vita per una tale connivenza

Oh tu Uomo, prendi posizione
Scrolla di dosso la tua degenerata fissazione
Non esiste sollievo dalle pene del tempo
Se si persiste incuranti al lamento di un altro 

La terra è silente ancora per poco 
Transizione impetuosa dallo statico al moto
Foss'anche evitata la suicida follia
Sarà lei che opterà per l'eutanasia

Ma la terra che è grande vivrà ancor per molto
Oh tu piccolo uomo, sarai morto tu stolto
La vita è invincibile, mai saremmo privilegiati detentori
Né padroni del cosmo, noi semplici e sacrificabili attori. 


giovedì 16 luglio 2015

Il Risveglio





Un giorno vidi
Oltre il tempo, oltre lo spazio
Assaporai la fragranza che sa d'Infinito
Ruppi con l'intuizione la barriera dell'ignoranza
Varcai i confini dell'incoscienza

Io sono ciò che so

Per un istante fui 
Individualità parte del Tutto
Interconnessa
I sensi, la mia finestra sul mondo, persero il proprio ruolo
Presi coscienza della conoscenza
Spalancando di getto 
La porta del cuore

Finalmente io fui

(Produzione del 2008) 

L'Essere e il Nulla





Ricolmi vibrante di superba vacuità
Dimori nell'atomo e nel paradosso della tua infinità
Sei grembo che acclude, l'Istante, l'Eterno
Sei germe che quieto aspetta passi l'inverno

Sei la somma dei più, la sottrazione dei meno
Sei il serpente, la mela, sei Eva ed Adamo
Dall'Alpha all'Omega, dal Santo alla strega
Tu l'esercito vinto, Tu il vittorioso stratega

Ti celi oltre i limiti di umane rappresentazioni
Che designano il Tutto come opposte fazioni
E l'uomo si perde tra mille e più specchi
Bendati son gli occhi, tappati gli orecchi

Si confonde nel flusso, nella corsa dei giorni
Frenetici e apatici le andate e i ritorni
Nel vano tentar di dare un senso a quel vuoto
S'ingozza d'impegni, s'ingozza di moto

Futile e vana compulsione lo scorta
All'ultimo giorno, alla soglia, alla porta
Tremori e sussurri, candela morente
Che aspetta l'oblio, l'arrivo del niente

Ma il nulla cos'è, se non ciò che contiene
Non vi fosse luce chi il buio sostiene?
Strappa di dosso fardelli e bendaggi!
Osserva che Sole...
Contempla i suoi raggi!

giovedì 18 giugno 2015

-POETICA INSURREZIONE-





Un mondo manovrato, manipolato ed affamato
Da un pugno d'oligarchi che assoggettano col marchio
Che depredan continenti, che detengon le sementi
Perso il conto ormai dei morti di petrolio, di big mac e di diamanti

Condensati e straripanti, ideologici opponènti 
chi scampato a un TSO, chi il lavoro non trovò
C'è chi è saturo e denuncia il genocidio liberista 
Chi con le nike ai piedi sfonda la vetrina d'un barista

E manco sa il perché, colmo com'è d'un vuoto lamento 
Inconsapevole e ignorante figlio di questo sordo tempo
C'è chi, forse utopista, afferma la sua obiezione etica 
Ad un mondo ormai di plastica, a una morale relativistica

Come dentro a un calderone cresce e sale la pressione
Infiltrati chi pagati per distoglier l'attenzione
Strategia della tensione, consenso con la destabilizzazione 
Ogni ragione è resa muta grazie alla provocata indignazione

Vie di Praga o di Milano, vie di Genova o Berlino
Ferro e fuoco e blocco nero, impietrito il populino
Disgustato per la banca, l'auto e la posta devastata
Gli hai sporcato l'orticello, ma a chi importa della terra depredata?

A lui cosa interessa del bambino del Donbass
Ucciso in ospedale sotto bombe dei U.S
O del bimbo di Taiwan che fa palloni per il suo
Che si sveglia la mattina, beve nesquik col latte "bio"

Atomo individualista, plasmato così l'occidentale
Ingurgitante ed arrivista, dal consumo maniacale
Manipolato dai mass media, protesi della sua coscienza critica
E' chiamato ogni giorno alle urne, al supermercato lui vota la svastica

Inebetito dai reality, da "uomini e donne" e dallo spritz
Dalle tette e dai quei culi che escon fuori dal TG
Per fortuna c'è youporn, e la canna per dormire
Per zittire la vita in lui, ciò è molto simile al morire

Cosa importa se ti han tolto il domani, quando la Juve è arrivata in finale
Se fare un bambino è ormai un lusso, e tua madre a cucinare e a stirare
Per te adolescente oltre i trenta, iscritto ad ogni iterinale
Tra precariato e play station, ma chi c'ha voglia di manifestare? 

Religione capitalista, promette un paradiso milionario
A patto che t'assoggetti tu schiavo, d'un orologio, d'un calendario
Ti doneranno i giorni festivi, ma perderai il senso della domenica
Dove il lavoro della vita ne è il fine, non c'è più anima c'è solo meccanica

Al macello vacca da mungere! Saranno ormai prosciugati i capezzoli!
Ti parcheggeranno dentro un ospizio, trepidando sui tuoi ultimi attimi
Hai offerto tutta la vita, inseguendo un'illusione fantastica
Ma nella fossa sarai preda anche ai vermi, purché la carne non sia divenuta sintetica