LOBOTOMIA
Lobotomiche notizie atrofizzano meningi
Ignoranza o assensi taciti
E' rosso sangue che ti tingi
Astratte speculazioni, pretesti d'invasioni
Rapace ed affamata l'aquila fagogita nazioni
Tu scheletro d'Africa, tu mutilato dell'Iraq
Arso vivo tu in Odessa nel divino nome di Wall Street
Tu espropriato d'Argentina, tu insolvente di Milano
Non potrai fermare il sasso se non identifichi la mano
Sommosse in piazze estere pagate dal contribuente
Stragi etniche in Europa, ma non ci si vuol' accorgere di niente
E intanto sfila gente, e ricorda la Shoah
Ridondante ipocrisia, sai anche tu com'è che va
Economiche sanzioni, geopolitiche intrusioni
Epidemiche Basi NATO ormai in tutte le nazioni
E' puntata sul Cremlino la minaccia nucleare
L'orso termina il letargo, tu lo vuoi proprio svegliare?
E che siano svastiche o coranici arabeschi
O trailer hollywoodiani di jihadisti pittoreschi
O improbabili minacce di un Gheddaffi, di un Assad
Temi l'uomo nero! Che sia Obama e non l'imam?
PRESUPPOSTI DA TERZA GUERRA MONDIALE??
Apocalisse o nuova genesi?
Raccoglimento contemplativo delle 17:00. Strumento: Dunhill shell; combustibile utilizzato: Balkan Flake di Samuel Gawith. Solo un ottimo tabacco può sperare di dissipare l'amarezza per le spigolose considerazioni che mi accingo ad affrontare.
Il medioevo ha visto scorrere fiumi di sangue, arabo e cristiano, grazie allle crociate in Terra Santa, ed i mussulmani venivano visti come barbari da convertire od uccidere. Oggigiorno la situazione non è troppo cambiata, la pretesa di conversione al Cristianesimo è stata sostituita dalla pretesa di democratizzazione del medioriente, ovviamente questa è la motivazione di facciata, quella da far passare ai telegiornali per ottenere la passiva accondiscendenza del contribuente, sappiamo però che gli interessi in gioco sono altri. Ora, tralasciando il discorso se sia o meno funzionale l'esportare e l'imporre dall'esterno la democrazia, a popoli che non hanno percorso naturalmente e spontaneamente il lungo cammino che porta ad essa, di fatto le invasioni dell'occidente in medioriente non fanno che peggiorare la condizioni di quei popoli, costringendo molti a dover fuggire da tali situazioni per trovare rifugio e nuova speranza in Europa, e fomentando sentimenti di odio nei confronti di questa parte del mondo, veicolati dall'estrema miseria e dall'ignoranza, humus ideale per la proliferazione di fanatismi religiosi, che fanno immedesimare gli interessati di turno nel "popolo eletto", contrapposto a tutto ciò che non riconosce il tal dogma e la particolare Sacra Scrittura. Di rimando qui in Europa ci sentiamo "invasi", e l'utilizzo di quest'aggettivo ha del paradossale, nonché essere di una triste ironia. La crisi economica ha scarnificato il tenore di vita della classe media tanto da minacciarne la scomparsa, i dati sull'occupazione, in particolare quella giovanile, sono più che preoccupanti, e l'italiano medio disoccupato si vede impossibilitato al soddisfare i propri bisogni, dove le aziende agricole e molte industrie ed esercizi commerciali si servono di manodopera extracomunitaria e a costi ridottissimi. Solo una visione superficiale però può sostenere che la "colpa" della sempre crescente povertà degli italiani sia attribuibile agli stranieri. Il mondo e la vita sono un immenso domino, ed ogni dinamica dal''internazionale si ripercuote al nazionale e poi, necessariamente, al locale. Basterebbe un'analisi un poco più approfondita per capire che il nocciolo della questione, la vera causa, trascende il libero arbitrio di qualche milione di persone provenienti dai paesi poveri del mondo e confluenti qui da noi. Ho parlato d'Italia perché è il mio paese, ma il ragionamento si può estendere a tutta Europa, solo che qui è messo più in evidenza dalla debolezza della nostra economia. La situazione è potenzialmente esplosiva. E' inutile dire che questa condizione l'abbiamo creata noi, con il nostro stile di vita e la nostra società del consumo, che non tiene conto delle reali esigenze di gran parte della popolazione mondiale, rincorrendo l'utopia, o meglio, la consapevole bugia, della crescita infinita, in un pianeta finito con risorse finite, rendendoci costanti solo nella sopraffazione e nella competitività, condannando il resto del mondo alla sofferenza, e noi, inevitabilmente, all'apatia e alla morte dell'anima in senso lato, in una dilagante ed apparentemente inarrestabile latitanza di senso. Manca ahimè nelle coscienze la consapevolezza che il mondo è un sistema inestricabilmente interconnesso ed interdipendente, ciò è inevitabile; solo con una visione d'insieme, per quanto possa esser considerata utopistica dall'uomo medio del ventunesimo secolo, è possibile auspicarsi un reale riequilibrio delle dinamiche globali, perché il pianeta con tutti i suoi abitanti, a partire dal regno minerale fino ad arrivare all'homo sapiens, costituisce un complesso unico, che solo la scrupolosa attenzione per i bisogni di ogni suo singolo frammento può sperare di garantire l'armonia nel suo insieme, pena l'autodistruzione. Vorrei avere una visione più luminosa e propositiva, ma al momento, dal mio limitato punto d'osservazione, non mi è concesso. Ciò non significa che una parte di me non confidi fiduciosa in un altro domani, in un "altro" mondo.
NATO VS RUSSIA
Cullato nel pensiero dagli effluvi di questo tabacco che mi ricordano vagamente il cacao, cadenzato dagli sbuffi e rincuorato dal mio fornello caricato a Full Virginia Flake, mi faccio silenzioso, come spesso l'esigente pipa richiede, e cogitabondo mi rinchiudo all'interno dei miei confini per sondar lo spazio esterno, auspicandomi l'obiettività che solo il ritrarsi dalle dinamiche esteriori può sperare di permettere.
Penso dunque sono. Una massima illuminante ma al tempo stesso limitante, secondo questo presupposto solo una piccola parte della popolazione globale dovrebbe esistere, perché personalmente, a torto o a ragione, considero il pensiero un atto superiore, il calcolo invece, alla portata di molte più persone, è semmai uno strumento ad esso assoggettato. E i più utilizzano solo questa tipologia di ragionamento, relativa e funzionale al proprio personalissimo interesse.
Tendo oramai ad evitare i telegiornali o i quotidiani, tuttalpiù, se la smania d'informazione si fa più esigente inchiodandomi davanti al televisore, m'impongo di ignorare i servizi sulla politica internazionale ed i resoconti sulle varie zone calde nel mondo, non tanto per trarre giovamento dall'invenzione propria dello struzzo, quanto per proteggere la sovranità (che i governi delle varie nazioni oggigiorno cedono così volentieri), sulla mia mente e le mie opinioni che per diritto mi appartengono, sempre sotto attacco dai tentativi di manipolazione esterna da parte, o attraverso, i media e le sempre più pressanti pubblicità con i loro vari tentativi di stregarti con le loro luccicanti promesse. Ho la fortuna (a quanto pare assai rara) di poter vedere, e così fare un confronto, la televisione, con i suoi telegiornali e programmi, di un paese fuori dal blocco NATO, l'anti-Nato per antonomasia: la Russia. No, non ci capisco un' acca di russo, ma la mia fidanzata ed i futuri suoceri, tutti di madrelingua russa, con fatica si assumono ad ogni pasto il tedioso ruolo di un traduttore simultaneo che si rispetti, illuminandomi sul significato di quegli strani suoni che entrano con l'impeto di uno stupro nelle mie vergini orecchie, tant'è che c'è voluto qualche anno prima che esse accettassero questo idioma con una certa, ma pur sempre limitata, accondiscendenza. Non posso negare la mia costitutiva avversità per l'imperialismo statunitense, ma sono uno spirito dubbioso ed indagatore, alla costante ricerca della verità, anche quando questa va a cozzare con le mie personali convinzioni, anzi, ben venga, se così non fosse non amerei né studierei filosofia.
Ho constatato una volta di più, e qui molte persone non saranno d'accordo, ma poco importa alla verità, che è in atto una continua ed instancabile campagna mediatica denigratoria e diffamatoria nei confronti della Federazione Russa, che vorrebbe coinvolgerla in qualsivoglia questione scottante (vedi il boeing carico di civili olandesi o il caso Georgia ad esempio), senza alcuna prova che invece la controparte fornisce, ma viene zittita sui nostri canali occidentali, dove oramai è cosa quasi impossibile vedere il cosiddetto "ultimo zar", Vladimir Putin, replicare di persona davanti alle telecamere. Che dite, non parla davanti le telecamere perché gli è sopraggiunta un'improvvisa timidezza patologica dopo che ha deciso di conquistare il mondo fondando una nuova Unione Sovietica? La Russia di oggi non è certo l'URSS, e se fossero trasparenti con noi, come una (proclamata a gran voce) democrazia europea dovrebbe essere, ci sarebbe permesso di ascoltare le due campane, anzi sarebbe per i nostri governi auspicabile, se fossero così convinti del candore etico di cui vanno tanto fieri, perché certi della giustizia delle loro posizioni. Non facciamoci prendere gioco della nostra intelligenza, bisogna porsi due domande, punto primo: qual'è la posta in gioco (sulla questione ucraina ad esempio)? Punto secondo, i trascorsi? Chi invade, chi si espande, chi gioca a fare il dominatore del mondo, chi entra in casa d'altri ad esportare il proprio format coi propri burattini, in nome di una democrazia che puzza sempre di petrolio? Ma noi, servili e docili, sempre pronti al signorsì! Ad ovest gli USA, ad est Russia e Cina, vien da chiedersi -ma dove si incontreranno questi per "discutere"??-
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