- L’ultima -
Compulsivi sussulti ti trascinano
Da una sorsata di veleno all'altra
Abbevérati dalle mani della Morte
Anche oggi ha posato la sua falce
Ancora poco
Un sorso solo
Ti prego
Farò ogni cosa
Ruberò i minuti al tempo
Le notti al sonno
Baratterò la mia moralità
Per qualche goccia d’oblio in più
Che taccia il mio bramare
S’acquietino le viscere
Zittitele
Vi prego!
Foss’anche per un misero momento
Uno solo
Il paradosso dello schiavo
Colui che brama la libertà
Ma non vuole rinunciare al suo padrone
Non può
Ed anche quando acqua è data all’assetato
Che taccia
Che non molesti più
Non è acqua che estingue quella sete
Poiché è vuoto che s’accresce
Ogniqualvolta lo si tenti di riempire
Condanna
Agonia
Ossessione che rosica le carni
E che divora il fegato
Reflusso gastrico
Trombosi
Suicidio e catatonia le sole porte d’uscita
Vie di fuga forse uniche
Al folle spreco di una vita
Che non c’è aiuto che possa soccorrere
E forse non ci può esser sobrietà
Che appaghi gli oggi
E ne zittisca i domani
E che porti brezze tiepide
A scaldar le gelate estremità
Ma che importa dei tramonti
Se non vi sono occhi che quieti
Li possano ammirare?
È utopia
Un domani in cui non ci si debba perdere
Nelle mille furbizie
E macchiavelliche macchinazioni
Per accontentarsi la fame?
Ancora una
Una solamente
L’ultima
Ogni volta è sempre l’ultima
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