NICHIL
Davanti un foglio bianco
Dove l'abisso dei miei vuoti non dà pace
Perché ha da esser vomitato
Lì davanti
Che non sia più affare mio
Col petto gonfio a celar le più misere viltà
Per dare un senso
Per dare un nome
Che possa anche un solo rigo legittimare
Le pene del nulla e i singhiozzi del troppo
Perché di altro non son buono
Abbellire ciò che già è bello
Ed imprimere il mio dolore su queste pagine
Sicché tu possa fingere
Per un momento
Che sia tuo
Quasi fossi ancora vivo
Ma non lo sei
No
Non lo sei
ZEITGEIST
(Alla ricerca del Senso perduto)
Lo spirito del tempo
Colui che vuoto imprime la sua immagine
Su imparziali cristalli liquidi
Colui che preme tasti a caso
Senza alcun senso logico o decenza
Purché il distratto mondo ascolti la sua voce
Colui che anonimo è terrorizzato
Dal vivere e perire
Nell’anonimato
E che escogita metodi improbabili
Barattando la già poca dignità
Per qualche “like”
È il perdente servile
Zittito dalla gerarchia capitalista
Che frustrato sbraita ingiurie
Tamburellando la tastiera
Grida ogni millimetro della sua incolore nullità
Davanti uno schermo
Come iena in mezzo al branco
Urla contro il diverso
Sputa in viso al debole e all’effemminato
La sua ignorante malignità
E su chi è tanto insolente
Da avere la pelle di un altro colore
Lo spirito del tempo
Tecnocratico ed esibizionista perverso
Che sacrifica il pianeta
Sull’altare di un’economia antieconomica
E ride beffardo di grasse risate
Dell’ingenuità dei sognatori
E degli utopisti
Lui che ancora si racconta
Per poter rasserenarsi
La favola della crescita infinita
Uomo moderno
Affacciato al futuro
Ciononostante frenato
Da pregiudizi vecchi di secoli
Perdi gli anni
Ciò che cerchi è la dissociazione
Della mente dal cuore
Del sentir dalla ragione
Oltre la noia
Riempi oggi il tuo vuoto!
Mettiti in cerca
Del tuo Senso perduto
(Produzione 18.05.2018)
IL RISVEGLIO
Un giorno vidi
Oltre il tempo, oltre lo spazio
Assaporai la fragranza che sa d'infinito
Ruppi con l'intuizione la barriera dell'ignoranza
Varcai i confini dell'incoscienza
Io sono ciò che so
Per un istante fui individualità parte del Tutto
Interconnessa
I sensi, la mia finestra sul mondo, persero il proprio ruolo
Presi coscienza della conoscenza
Spalancando di getto la porta del cuore
Finalmente io fui
(Produzione del 2008)
L'ESSERE E IL NULLA
Ricolmi vibrante di superba vacuità
Dimori nell'atomo, nel paradosso della tua infinità
Sei grembo che acclude, l'Istante, l'Eterno
Sei germe che quieto aspetta passi l'inverno
Sei la somma dei più, la sottrazione dei meno
Sei il serpente, la mela, sei Eva ed Adamo
Dall'Alpha all'Omega, dal Santo alla strega
Sei l'esercito vinto e il vittorioso stratega
Ti celi oltre i limiti d'umane rappresentazioni
Che designano il Tutto come due opposte fazioni
E l'uomo si perde tra i mille e più specchi
Bendati son gl'occhi, tappati gli orecchi
Si confonde nel flusso, nella corsa dei giorni
Frenetici e apatici le andate e i ritorni
Nel vano tentar di dare un senso a quel vuoto
S'ingozza d'impegni, s'ingozza di moto
Futile e vana compulsione lo scorta
All'ultimo giorno, alla soglia, alla porta
Tremori e sussurri, candela morente
Che aspetta l'oblio, l'arrivo del niente
Ma il nulla cos'è, se non ciò che contiene
Non vi fosse luce chi il buio sostiene?
Strappa di dosso fardelli e bendaggi!
Osserva che Sole... Contempla i suoi raggi!
-POETICA INSURREZIONE-
"L'urlo"
Un mondo manovrato, manipolato ed affamato
Da un pugno d'oligarchi che assoggettano col marchio
Che depredan continenti, che detengon le sementi
Perso il conto ormai dei morti di petrolio, di big mac e di diamanti
Condensati e straripanti, ideologici opponènti
chi scampato a un TSO, chi il lavoro non trovò
C'è chi è saturo e denuncia il genocidio liberista
Chi con le nike ai piedi sfonda la vetrina d'un barista
E manco sa il perché, colmo com'è d'un vuoto lamento
Inconsapevole e ignorante figlio di questo sordo tempo
C'è chi, forse utopista, afferma la sua obiezione etica
Ad un mondo ormai di plastica, alla morale relativistica
Come dentro a un calderone cresce e sale la pressione
Infiltrati chi pagati per distoglier l'attenzione
Strategia della tensione, consenso con la destabilizzazione
Ogni ragione è resa muta grazie alla provocata indignazione
Vie di Praga o di Milano, vie di Genova o Berlino
Ferro e fuoco e blocco nero, impietrito il populino
Disgustato per la banca, l'auto e la posta devastata
Gli hai sporcato l'orticello, a chi importa la terra depredata?
A lui cosa interessa del bambino del Donbass
Ucciso in ospedale sotto bombe dei U.S
O del bimbo di Taiwan che fa palloni per il suo
Che si sveglia la mattina, beve nesquik col latte bio
Atomo individualista, plasmato così l'occidentale
Ingurgitante ed arrivista, dal consumo maniacale
Manipolato dai mass media, protesi della sua coscienza critica
E' chiamato ogni giorno alle urne, al supermercato lui vota la svastica
Inebetito dai reality, da "uomini e donne" e dallo spritz
Dalle tette e dai quei culi che escon fuori dal TG
Per fortuna c'è youporn, e la canna per dormire
Per zittire la vita in lui, ciò è molto simile al morire
Cosa importa se ti han tolto il domani, quando la Juve è arrivata in finale
Se fare un bambino è ormai un lusso, e tua madre a cucinare e a stirare
Per te adolescente oltre i trenta, iscritto ad ogni iterinale
Tra precariato e play station, ma chi c'ha voglia di manifestare?
Religione capitalista, promette un paradiso milionario
A patto che t'assoggetti tu schiavo, d'un orologio, d'un calendario
Ti doneranno i giorni festivi, ma perderai il senso della domenica
Dove il lavoro della vita ne è il fine, non c'è più anima c'è solo meccanica
Al macello vacca da mungere! Saranno ormai prosciugati i capezzoli!
Ti parcheggeranno dentro un ospizio, trepidando sui tuoi ultimi attimi
Hai offerto tutta la vita, inseguendo un'illusione fantastica
Ma nella fossa sarai preda anche ai vermi, purché la carne non sia divenuta sintetica
LOBOTOMIA
Lobotomiche notizie atrofizzano meningi
Ignoranza o assensi taciti
E' rosso sangue che ti tingi
Astratte speculazioni, pretesti d'invasioni
Rapace ed affamata l'aquila fagogita nazioni
Tu scheletro d'Africa, tu mutilato dell'Iraq
Arso vivo tu in Odessa nel divino nome di Wall Street
Tu espropriato d'Argentina, tu insolvente di Milano
Non potrai fermare il sasso se non identifichi la mano
Sommosse in piazze estere pagate dal contribuente
Stragi etniche in Europa, ma non ci si vuol accorgere di niente
E intanto sfila gente, e ricorda la Shoah
Ridondante ipocrisia, sai anche tu com'è che va
Economiche sanzioni, geopolitiche intrusioni
Epidemiche basi NATO ormai in tutte le nazioni
E' puntata sul Cremlino la minaccia nucleare
L'orso termina il letargo, tu lo vuoi proprio svegliare?
E che siano svastiche o coranici arabeschi
O trailer hollywoodiani di jihadisti pittoreschi
O improbabili minacce di un Gheddaffi, di un Assad
Temi l'uomo nero! Che sia Obama e non l'imam?
Flusso Indistinto
Attimi
Sguardi fugaci di Anime a confronto
Vibrazione
Risonanza
Istantaneo è il Riconoscimento
L'estraneo si fa compagno
Si fa fratello
I confini?
Dissolti
Forse mai esistiti
Intimo contatto
In un metró
All'angolo dell'ennesima strada
All'ennesima svolta dell'ennesima vita
Mille differenti esistenze incastonate tra un concepimento
Ed un singolo ultimo respiro
Vite nella vita che scoprono il riflesso di se stesse
In uno specchio ad ogni viso
Ad ogni atomo
Inesorabilmente riproposto
Un'unica
Medesima
Camaleontica esistenza
Immersa e composta essa stessa
Dal Flusso che pacifica gli opposti
Cuore Unico pulsante
Ironica Armonia
Che errando cerchi il Perfetto
La Perfezione
Con gaudio dilettandoti tra magnetismo e repulsione
Proponendo l'illusione stimoli l'Io a cercar la Verità
Memorabile
Indelebile
Rivoluzionaria Rivelazione
Tutto è Uno
L'Uno, è Tutto
Ed anche di più
ANIME PERSE
"Grida taciute ad occhi bendati
Cuori sgualciti da anni ignorati
L'apatica inerzia si trascina a fatica
Sul sentiero sconnesso di questa sporca vita.
Ovunque si voltino vi è indifferenza
Ovunque si aggrappino vi è inconsistenza
Al loro passaggio vi è evanescenza
Inscalfibile il cuore alla latitante coscienza.
Potrann'urlare oppur disperare
Potranno imprecare oppur bestemmiare
Anima persa in sostanza
Tu non sei che trasparenza.
Desolata e desolante valle dove vi è l'oscuro
Irraggiungibile rifugio da cui è bandito il chiaro
Con la luce dei suoi giorni e i sorrisi di chi sorride
Questo è il luogo dei non luoghi, qui è per colui che ha nero il cuore.
Qui è per chi esiste ma non è
Per chi ha abbandonato ogni sorta di perché
Dove ogni giorno è una sorsata di morte
Questo è l'inferno di vite andate storte.
Ti trovi all'epilogo, ti chiedi a cos'è significato
Il tuo passato a cosa è servito
Che traccia hai lasciato, che vuoto colmato
Hai provato a resistere ma non ha funzionato.
E che sia una corda ad impedirti di cadere
O il muso d'un treno ad insegnarti a sentire
O un ago colmo d'odio come biglietto per partire
In fondo è la vita che si cerca nel morire"
Nonna, madre, moglie, o semplicemente LINDA
Punto d'arrivo o punto di partenza
Tutto il tuo mondo è confinato in una stanza
S'accavallano ricordi, ti riscaldano parole
I tasselli di una vita qui riuniti al capezzale
Ti s'impongono alla mente i frammenti del passato
I profumi delle cene che tu stessa hai cucinato
Il pianto disperato di un figlio appena nato
Il "si" che sull'altare a tuo marito hai consegnato
Dieci paia d'occhi, dieci promesse alla vita
Dieci cuori del tuo cuore a cui ti sei dedicata
Nonostante i freddi inverni, malgrado stomaci esigenti
Con la tua dignità hai reso nobili i tuoi pianti
Sebbene proclamati eroi, dalle eclatanti gesta
Colman fogli di giornale riunendo masse in festa
Le vere imprese eroiche non varcano mura domestiche
Sono lontane dall'ostentazione le prodezze più fantastiche
E così con discrezione e silente magnanimità
Hai colmato molti cuori della tua pragmatica bontà
Ti sei data senza riserbo, l'umiltà come stendardo
Dei valori e della fede forse tu ultimo baluardo
Negli sguardi attorno a te imperante è gratitudine
Rieccheggiano le lodi, al figlio, al Padre, ad una Vergine
Si stringono commossi gli oggetti del tuo amore
Una gran donna è nata al cielo, ma è sempre miope il dolore
Grazie nonna Linda
Ti ameremo sempre
E porteremo nel mondo i valori che hai saputo trasmetterci.
Questa è la tua grande ed inestimabile eredità
Il rito, il ricordo, una poesia
Nell'epoca del frenetico arrivismo
Dell'ansia cronica
Della produzione compulsiva
E del subdolo furto del dono più bello che è stato dato all'Uomo
La vita e le sue età
Sei giunta tu nella mia storia
Nell'ossessiva corsa che consuma i nostri giorni
Dove il mezzo è ormai il fine
Nell'era del fast food e della valutazione in borsa del nostro tempo
Che ipoteca la nostra vita a favore dei soliti noti
Tu mi hai dato un motivo in più per tenere fuori il mondo
Con le sue scadenze e le sue sottili imposizioni
Dall'area della coltre di fumo che dal tuo camino sfuma
Tendendo a qualcosa di più alto
Rincuori i miei momenti
Ritualizzi e rendi sacro ciò che altrimenti parrebbe banalità
Rammenti un passato che non può anagraficamente essere parte dei miei ricordi
Ma mi appartiene
Ne è impregnato il mio sangue e la mia fantasia
Con le immagini di un nonno mai conosciuto
Ma idealizzato ad una stella grazie alla tenerezza di una madre
Mi ricordi una saggezza contadina, ma aristocratica nell'anima
Forse ormai perduta
Forse a me inaccessibile
Una saggezza che odora di terra e di tabacco
Di valori che un valore ahimè l'hanno perduto
Ma mi costituiscono
In un mondo di smartphone e di usa-e-getta tu mi ancori e mi radichi
M ricordi da dove vengo e mi rammenti ciò a cui aspiro
E ti ringrazio
E se ogni opportunismo mi ritenesse ormai inopportuno
E l'amore o il sangue avranno preso un'altra strada
Tu sarai lì
O almeno spero
A riportar tepore nel mio cuore
Un fiammifero
Un pigino
Un toscano sbriciolato
Basteranno a te e a me a riportare nel presente
Il profumo dei momenti migliori
Nessun commento:
Posta un commento