Una veemente ostinazione m’incatena alla sicurezza di una casa amica
Le sirene cantano e mugolano il piacere dei sensi
E l’illusione che possan esser soddisfatti
La brama mi vincola alla materia
Agli inferi
E glaciale sudore freddo mi violenta la pelle
Cantate, oh beffarde sirene
Cantate, se pur volete
La morte che mi avete promesso
Una decade e più delle vostre lusinghe
Ha generato e nutrito
L’insaziabile mostro che mi possiede le membra
Roso dall’ira
Egli inghiotte la sua stessa bile
Nelle luride mani non ha che polvere
E cenere
E rimpianto e miseria
E paura e penuria
Miserabile schiavo egli perisce di odio
Corrotto e decadente
Malconcio del suo morbo
Vede nel sole la beffa e il tradimento di un ennesimo giorno
Ma sogno e speranza lusingano ancora l’assopirsi del suo sonno
Poiché ove non è letame
Ivi Iddio vi ha messo il talento
E fetida bile
E amaro veleno
E ruggine e sangue a molestargli la bocca
E sale di lacrima
E sapore di bacio
Ancora vi è vita
Ancora vi è amore!
Il mostro va acquietandosi quando il grido gli è ascoltato
Il cuore va colmandosi quando un sorriso gli è donato
L’orizzonte va schiarendosi se si incede nel fissarlo
E il dolore prende il largo
Se sol si smette
Di trattenerlo