Ricolmi vibrante di superba vacuità
Dimori nell'atomo e nel paradosso della tua infinità
Sei grembo che acclude, l'Istante, l'Eterno
Sei germe che quieto aspetta passi l'inverno
Sei la somma dei più, la sottrazione dei meno
Sei il serpente, la mela, sei Eva ed Adamo
Dall'Alpha all'Omega, dal Santo alla strega
Tu l'esercito vinto, Tu il vittorioso stratega
Ti celi oltre i limiti di umane rappresentazioni
Che designano il Tutto come opposte fazioni
E l'uomo si perde tra mille e più specchi
Bendati son gli occhi, tappati gli orecchi
Si confonde nel flusso, nella corsa dei giorni
Frenetici e apatici le andate e i ritorni
Nel vano tentar di dare un senso a quel vuoto
S'ingozza d'impegni, s'ingozza di moto
Futile e vana compulsione lo scorta
All'ultimo giorno, alla soglia, alla porta
Tremori e sussurri, candela morente
Che aspetta l'oblio, l'arrivo del niente
Ma il nulla cos'è, se non ciò che contiene
Non vi fosse luce chi il buio sostiene?
Strappa di dosso fardelli e bendaggi!
Osserva che Sole...
Contempla i suoi raggi!