Un mondo manovrato, manipolato ed affamato
Da un pugno d'oligarchi che assoggettano col marchio
Che depredan continenti, che detengon le sementi
Perso il conto ormai dei morti di petrolio, di big mac e di diamanti
Condensati e straripanti, ideologici opponènti
chi scampato a un TSO, chi il lavoro non trovò
C'è chi è saturo e denuncia il genocidio liberista
Chi con le nike ai piedi sfonda la vetrina d'un barista
E manco sa il perché, colmo com'è d'un vuoto lamento
Inconsapevole e ignorante figlio di questo sordo tempo
C'è chi, forse utopista, afferma la sua obiezione etica
Ad un mondo ormai di plastica, a una morale relativistica
Come dentro a un calderone cresce e sale la pressione
Infiltrati chi pagati per distoglier l'attenzione
Strategia della tensione, consenso con la destabilizzazione
Ogni ragione è resa muta grazie alla provocata indignazione
Vie di Praga o di Milano, vie di Genova o Berlino
Ferro e fuoco e blocco nero, impietrito il populino
Disgustato per la banca, l'auto e la posta devastata
Gli hai sporcato l'orticello, ma a chi importa della terra depredata?
A lui cosa interessa del bambino del Donbass
Ucciso in ospedale sotto bombe dei U.S
O del bimbo di Taiwan che fa palloni per il suo
Che si sveglia la mattina, beve nesquik col latte "bio"
Atomo individualista, plasmato così l'occidentale
Ingurgitante ed arrivista, dal consumo maniacale
Manipolato dai mass media, protesi della sua coscienza critica
E' chiamato ogni giorno alle urne, al supermercato lui vota la svastica
Inebetito dai reality, da "uomini e donne" e dallo spritz
Dalle tette e dai quei culi che escon fuori dal TG
Per fortuna c'è youporn, e la canna per dormire
Per zittire la vita in lui, ciò è molto simile al morire
Cosa importa se ti han tolto il domani, quando la Juve è arrivata in finale
Se fare un bambino è ormai un lusso, e tua madre a cucinare e a stirare
Per te adolescente oltre i trenta, iscritto ad ogni iterinale
Tra precariato e play station, ma chi c'ha voglia di manifestare?
Religione capitalista, promette un paradiso milionario
A patto che t'assoggetti tu schiavo, d'un orologio, d'un calendario
Ti doneranno i giorni festivi, ma perderai il senso della domenica
Dove il lavoro della vita ne è il fine, non c'è più anima c'è solo meccanica
Al macello vacca da mungere! Saranno ormai prosciugati i capezzoli!
Ti parcheggeranno dentro un ospizio, trepidando sui tuoi ultimi attimi
Hai offerto tutta la vita, inseguendo un'illusione fantastica
Ma nella fossa sarai preda anche ai vermi, purché la carne non sia divenuta sintetica